UN TATUAGGIO Può INFLUENZARE IL NOSTRO FUTURO?

riflessioni estratte dalla newsletter di giugno 2o22

 

allora:
son qui a scriverti perché ieri ho iniziato a leggere un libro di marketing esperienziale che, anziché insegnarmi cose di marketing, per ora mi sta insegnando cose sui tatuaggi

e mi ha fatto riflettere molto sull’importanza psicologica e sociologica dei tatuaggi

e così, eccomi qui a soddisfare il mio bisogno impellente di condividere con te quello che ho letto

S I A M  P R O N T I ?!

 

 

ricapitoliamo:
ieri ho iniziato a leggere un nuovo libro di marketing esperienziale

si fa un gran parlare di “esperienza” perché nell’era del consumismo oramai abbiamo già tutto quello che realmente ci serve e anche di più, quindi NON ci chiediamo più:
“che cosa vorrei avere che ancora non ho?”
domanda ormai soppiantata dalla più realistica: “quale nuova versione potrei comprare di questo prodotto che ho già?”

ma piuttosto, ci chiediamo sempre più spesso:
“quali nuove esperienze posso provare che ancora non ho provato?”

potrei magari andare a far paracadutismo? potrei andare a mangiare in quel nuovo ristorante fusion? potrei comprarmi una borsa di Gucci?

 

 

il libro di Ferraresi e Schmitt ha iniziato a trattare l’argomento prendendola alla larga e iniziando dall’antropologia, la sociologia, la semiotica e la semantica, la psicologia della comunicazione….

e ha iniziato con il convocare a rapporto concetti come “la cultura” e “le esperienze culturali della persona all’interno della sfera del consumo”

 

sembra quindi che il concetto di esperienza abbia bisogno dell’apporto della cultura e
dell’apporto della comunicazione di una cultura condivisa tra le persone
quale cultura?
quale comunicazione?
come funzionano tra loro cultura, comunicazione ed esperienza?

lo so Sara , ti sto perdendo
e probabilmente non stai capendo che cavolo ti sto scrivendo a fare, ma se hai già ricevuto una mia newsletter in passato sai che all’inizio non ci si capisce un cazzo
e forse neanche alla fine

ma ora mi spiego

 

 

“cultura” qui non è inteso come il termine ambizioso che la nostra mente ci apre, ma è semplicemente “l’insieme delle cose che sappiamo”

tante o poche che siano, importanti o meno, intelligenti o stupide

per esempio, sappiamo che la CocaCola è rossa
e il cielo è azzurro
sappiamo che esistono ancora i Re e le Regine
e anche gli stronzi
sappiamo che l’erba è verde, è carina e simpatica, ma pizzica un sacco
sappiamo che il cotone è morbido e la lana pizzica
sappiamo che il prosciutto è salato e il gelato invece è dolce

questa è la definizione di cultura antropologica, sociologica e semantica che ci raccontano:
la cultura è l’insieme delle esperienze che abbiamo fatto nella nostra vita e che hanno quindi creato in noi un bagaglio culturale, un insieme di nozioni

sappiamo che il fuoco brucia e che l’acqua è bagnata
sappiamo che la terra non è mica tanto buona da mangiare
sappiamo che la menta nel mojito ci sta benissimo
sappiamo che il sale nel caffè ci sta di merda

ecco la cultura: l’insieme delle cose che sappiamo
e le cose che sappiamo le abbiamo imparate facendo esperienze

 

 

quindi, domandona da un milione di dollari:
se la cultura si esprime attraverso le esperienze e le esperienze non possono che essere culturali, come si alimenta questa comunicazione tra esperienza e cultura?

con la comunicazione

 

 

ahahhahahahahhahahahahahah
ovviamente!

i fatti diventano esperienze nel momento in cui diventano oggetti culturali
e diventano oggetti culturali grazie al fatto di essere comunicati
“diventano corpo”

con la comunicazione i fatti diventano reali, prendono consistenza e concretezza

come le idee
che fintanto che le tieni in testa sono solo pensieri intangibili e sfuocati, poi le comunichi a qualcuno, ne parli, ne scrivi, e allora diventano reali, tangibili, e qualcun altro può farne esperienza

“le esperienze vengono comunicate e così culturalmente costruite”

 

 

ora leggi le parole che seguonoestratte da un libro di marketingsenza pensare al marketing, senza pensare all’antropologia e alla semiotica e alla sociologia…. ma pensando ai tatuaggi:

“la cultura e la comunicazione esterne al corpo della persona creano continuamente delle impronte che si segnano nel corpo della persona sotto forma di esperienza, che poi influenzano le nostre future azioni e quindi le nostre future esperienze e le esperienze di chi ci sta attorno”

un circolo vizioso che si auto alimenta insomma

“il corpo è la superficie dove si segnano le esperienze”
“il circolo comunicativo mette in correlazione le esperienze esterne – derivate dal mondo che ci circonda – con le esperienze interne – derivate dai nostri pensieri, riflessioni e sentimenti. una volta che si è formata un’esperienza interna questa è in grado di formulare una nuova impronta all’esterno”
“l’impronta è un sistema modellante che si basa sul corpo che proietta sulla cultura la nostra esperienza del mondo.”

 

Fontanille – professore francese di Linguistica e Semiotica – nel 2004 scrisse a proposito della sua visione semiotica del “corpo proprio”:
“noi portiamo impressi nei nostri corpi i segni delle pratiche che svolgiamo e a questi diamo il nome di esperienza.”

“l’immagine di se che noi uomini e donne contemporanei indossiamo ha quindi a che fare con le nostre pratiche di vita e di consumo e con le esperienze che ne derivano”

“la mia immagine – che porta con se le impronte delle mie esperienze interne ed esterne – non può che creare altre impronte esterne, creando un circolo comunicativo in loop”

“la cultura e la comunicazione producono continuamente impronte che si segnano nel nostro corpo sotto forma di esperienze che poi incidono su come ci comportiamo e cosa facciamo”

e infine:
“percorrere il ciclo esperienziale – vivere la vita – significa acquistare cultura. certamente una sola esperienza non basta per essere esperti, ma almeno mette in moto il circolo esperienziale”

 

 

D E T T O  T U T T O  C I O

cosa ne pensi tu dell’importanza sociologica, culturale, esperienziale e comunicativa dei tatuaggi?

hanno niente a che fare con le nostre azioni passate? ovviamente
e avranno a che fare con le nostre azioni future?

 

comunicare una nostra esperienza su corpo, renderla tangibile, creare un’impronta, può influenzare/modellare le nostre esperienze future? i nostri comportamenti futuri?

mettere in moto un circolo comunicativo cultural-esperienziale, può farci acquisire cultura?
può farci acquisire consapevolezza? opinioni?

 

si può rendere tangibile un’esperienza comunicandola?
comunicando un’esperienza, la si può rendere un oggetto culturale?
comunicando un’esperienza, si può creare un’impronta? un’impronta esterna? interna?

bene Sara , ti lascio nelle polpette come ci sono io

 

e anche oggi io il mio l’ho fatto, instillare dubbi e scintille

 

 

 

con affetto, ma sempre irriverente

L A D Y S A R A