TATUATO

 

TATUATO
/ta·tu·à·to/
aggettivo

orgoglioso
di essere diverso

come millenni di anni fa, anche oggi i tatuaggi ci accompagnano nel momento in cui vediamo un qualcosa un po’ meglio di come la vedevamo prima, più definita. e ora che la vediamo sappiamo che è nostra, fa parte di noi, veramente.
un tatuaggio ci accompagna nel momento di transizione tra un punto A e un punto B.
mette il punto alla fine della frase. la rende vera, immutabile, nostra. un tatuaggio sta lì a dirci che siamo pronti, siamo veri, abbiamo già cose fichissime nella nostra vita di cui andiamo tanto fieri e non ci importa di essere diversi, anzi, ne siamo orgogliosi.

 

 

oggi siamo qualcosa in più di ieri e il nostro corpo oggi lo racconta un po più di ieri, agli altri, ma sopratutto a noi stessi. siamo un POST IT ambulante per le nostre fasi di Alzheimer. quando ci dimentichiamo di essere degli strafichi, ci guardiamo allo specchio la mattina e il nostro corpo ce lo ricorda. e che cazzo, farsi un tatuaggio è un momento epico per il nostro futuro e io sono felicissima che tu faccia parte di questo nuovo popolo di tatuati: forse persone di merda come prima, ma più fiche di prima.

ora ti racconto una mini cosa della PSICOLOGIA DEL CAMBIAMENTO per farti capire un po’ di più quello che succede nella tua psiche quando ti tatui. perché anche se magari non ne sei cosciente, fai una cosa gigantesca per il tuo futuro. ecco perché.

per rendere le cose super semplici, uno psicologo intelligente ha ideato LA METAFORA DELL’ELEFANTE per raccontarci come avvengono i cambiamenti. i cambiamenti quelli VERI, non quelli FINTI. si perché esistono anche i cambiamenti finti, come dicono bene i francesi: plus ça change, plus c’est la même chose – più si cambia, più è la stessa cosa – un epigramma del satirico Alphonse Karr che è diventato tanto caro anche agli psicologi moderni. o, uguale ma al contrario, anche la nostra italianissima celebre frase: se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi – tirata fuori dal Gattopardo e diventata simbolo dell’Italianità che vuole che le cose rimangano sempre uguali, ma visto che il mondo cambia, le cose devono cambiare continuamente perché rimangano uguali ^_^

 

 

ti ho incasinato? preambolo inutile in effetti, perché ti volevo raccontare la METAFORA DELL’ELEFANTE. i cambiamenti VERI infatti possono sembrare simili ad un OMINO che guida un ELEFANTE per andare dal PUNTO A al PUNTO B. l’omino che guida è la nostra mente, la parte logica che capisce l’importanza del cambiamento. da sola ovviamente non basta: tutti sanno che fumare fa male, ma continuano a farlo. poi c’è l’elefante, che è la nostra forza, è l’azione, è quella parte di noi che realmente FA, agisce, è il motore del cambiamento. e poi c’è il percorso da A a B, che è la strada che dobbiamo affrontare. quando vogliamo ottenere un cambiamento possiamo agire sull’omino dandogli accurate informazioni sul percorso e sul perché dovrebbe mettersi in viaggio. oppure possiamo dare delle noccioline all’elefante per farlo muovere. oppure possiamo spianare le buche nel percorso e togliere gli intralci.

TATUANDOTI DAI UN SACCO DI
NOCCIOLINE AL TUO ELEFANTE

 

 

il tuo omino era già istruito, se no non sarebbe mai arrivato il desiderio di tatuarti.
poi magari nella chiacchierata con il tatuatore ti arrivano stimoli nuovi e sicuramente quello che fai con un gesto epico come un tatuaggio è dare una grossissima spinta al tuo elefante personale.

sono molto curiosa di dove ti porterà il tuo percorso, ma sicuramente ora sei in viaggio.

TRANSIZIONE. penso sia questa la vera parola d’ordine che si nasconde in un tatuaggio

 

con affetto, ma sempre irriverente

L A D Y S A R A