
ROSA MUSCHIATA – fusione
la rosa ormai è famosa, l’avete vista e rivista sotto milioni di forme
e allora come mai ancora c’è chi la ama e se la tatua?
come mai ancora piace?
come faccio a trovargli un animo nuovo per innamorarmene?
che la rosa nella simbologia dei fiori cambia significato in base al colore, lo sappiamo
rosso per la passione, giallo per la gelosia, bianco per la purezza, rosa per l’affetto, blu per la malinconia….. nera per l’eleganza della tragedia
ma oggi vorrei raccontarvi qualcosa di diverso…..
la rosa muschiata si chiama così perché è una rosa rosa, ma sporcata di verde
è l’incontro naturale di due realtà, di due punti di vista differenti, di due colori opposti e complementari
complementari, vuol dire in sostanza che se li mescoli creano il grigio, il tono perfetto, quello che dà pace all’occhio umano
ok… una rosa muschiata non è mica facile da trovare, come un liocorno
l’incontro di due realtà comunque non deve per forza creare il tono perfetto
nella rosa muschiata infatti i due colori rimangono ben visibili e impeccabili, intonsi
si mescolano senza confondersi
si uniscono senza contagiarsi
convivono pacificamente in armonia
le due entità rimangono in vita, non si annullano solo perché convivono nella stessa rosa
è un incontro difficile da creare, ma possiamo rimanere noi stessi, anche quando la natura ci mette a contatto con una situazione inaspettata, come due colori nella stessa rosa
o due cuori sotto uno stesso tetto
o un essere umano a contatto con il mondo
la rosa (rossa magari) è sempre stata una famosa immagine d’intensità, di ardente passione, di forza
ma una rosa porta sempre con sé le spine e per quanto sia bella e voluttuosa, morbida e profumata, va sempre maneggiata con cura ed attenzione
le grandi foglie nascondono le spine all’incauto avventore
ti mettono alla prova, sono il prezzo da pagare per raggiungere la sua bellezza
sono il campo minato, sono il percorso ad ostacoli sono il gioco dell’oca per raggiungere il premio
la rosa è simbolo di un amore guadagnato e conquistato
come il ragazzo che la porge in dono alla donzella per raggiungere il suo cuore
insomma, si chiede permesso e si avanza con calma per raggiungere un momento di gloria o di felicità
perché la felicità non è mai gratuita e ormai lo stiamo imparando
con affetto, ma sempre irriverente